NEL KITESURF LA COMUNICAZIONE DEI FATTI E LA SUA RESPONSABILITÀ
Responsabilità una gran bella parola dove onesta, etica moralità e deontologia la rendono una caratteristica per pochi. Prima di parlare di tutto questo nel mondo del kitesurf è opportuno un breve cenno sui concetti fondamentali di etica, morale, e deontologia nell’esercizio di una libera professione.
– Etica
Il termine etica deriva dal greco èthos, ed indica un insieme di valori che regolano il comportamento dell’uomo in relazione agli altri. L’etica, quindi, è quel complesso di norme morali e di costume che un individuo (o gruppo di individui) segue nelle proprie azioni e che sono in grado di identificare un preciso comportamento nella vita di relazione con riferimento a specifiche situazioni.
L’etica è sia un insieme di norme e di valori che regolano il comportamento dell’uomo in relazione agli altri, che un criterio che permette all’uomo stesso di giudicare i comportamenti propri e altrui, rispetto alle categorie del bene e del male. Esemplificando nell’etica professionale esistono degli standard morali da osservare e di cui non puoi fare a meno.
– Morale
Il termine morale, deriva dal latino mos (costume), ed indica la descrizione dei costumi, dei comportamenti, del pensiero e degli stili di vita. Spesso etica e morale sono usati come sinonimi, anche se occorre subito precisare che esiste una differenza: la morale corrisponde all’insieme di valori di un individuo, di un gruppo, mentre l’etica, oltre a condividere questo insieme, contiene anche la riflessione speculativa di norme e valori.
– Deontologia
La deontologia è quel complesso di regole di condotta che devono essere rispettate nell’attività professionale, e proprio perché professionale, è settoriale e non universale. La deontologia è, infatti, un elemento strutturale della professione stessa che serve a tutelarla, a proteggere i consumatori e tutti coloro che entrano in contatto con il professionista. La deontologia “professionale” può definirsi l’insieme dei principi e regole di condotta che un professionista o determinato gruppo professionale deve osservare nell’esercizio della sua professione.
Ogni professionista ha delle norme da rispettare contenute in un codice deontologico che altro non è che un documento che racchiude l’insieme delle norme deontologiche, cioè contiene le regole di condotta che un professionista o gruppo professionale deve necessariamente rispettare nell’esercizio della propria professione.
Ora nel mondo del kitesurf visto che tutti parlano di professionismo sei così certo che queste caratteristiche siano tutte rispettate? Pensi che chi lavora in una certa formazione e rilascia brevetti in pochi giorni parlando di presunte regole da rispettare ma regolarmente violate proprio da loro stessi siano degli esempi di etica morale e rispetto deontologico?
Dire mettiti il casco e il giubbino da chi non ne fa uso sia etico, morale e deontologico? Dire che per partecipare ad un corso istruttori c’è bisogno di determinate abilità e poi non farle rispettare per il dio denaro sia morale etico e deontologico? Farsi giudicare da chi non rispetta una sola regola di ciò che professa sia etico morale e deontologico? Parlare di sicurezza da chi è incapace di essere un esempio sia etico, morale e deontologico?
Chi effettua una qualsiasi scelta professionale, deve possedere un’etica una morale e osservare delle norme deontologiche, composte da regole obiettivamente rilevabili dalla coscienza sociale e dall’etica professionale.
Chi ti dice che tutti possono insegnare non possiede ne un etica, ne una morale ne delle regole deontologiche ma solo una presunzione pericolosa mirata ad una sua sola personale soddisfazione economica.
La responsabilità nel kitesurf
La responsabilità nel kitesurf dove inizia? E si!!… parte proprio dalla comunicazione. Qualunque sia il contesto, l’incoerenza e l’ipocrisia non devono farla da padroni ma purtroppo non è così. Ricordati che siamo nel 21esimo secolo, il secolo dell’apparenza, delle parole, del tutto dovuto e del niente meritato, dove nessuno ha voglia di studiare. Deve sempre esistere un forte legame tra le nostre intenzioni, le parole che utilizziamo, i fatti che ne conseguono perché è solo cosi che cresci con dignità e credibilità dimostrando di avere un etica e una morale. Tutto questo nella formazione del kitesurf e in tutto l’indotto è molto carente per non dire imbarazzante.
Se c’è coerenza, il processo comunicativo è armonico reale, onesto. Il messaggio del mittente arriva forte e chiaro al destinatario, senza fraintendimenti, e ciascuno agisce nel modo più opportuno o secondo una serie di aspettative già calcolate. Al contrario, in presenza di incongruenze, mezze verità, ogni certezza è messa in discussione venendo meno la responsabilità.
Per creare “VOLUTI” malintesi è sufficiente un’intenzione poco chiara, la scelta di parole inadatte mirate a dire tutto e niente, un gesto contraddittorio rispetto al giusto pensiero, a quanto manifestato a voce, o tramite scrittura o immagini. Nel kitesurf questa tecnica è molto in voga e perpetrata da oltre 20 anni.
Poche ore e diventerai un kiter, l’indipendenza l’acquisisci quando saprai bolinare, se impari qui in mezzo alle onde andrai ovunque, corso istruttori senza nemmeno capire le tue reali capacità, corso istruttori da svolgere anche se non c’è vento, corso istruttori senza nessuna coerenza tra ciò che scrivono e dicono e ciò che in realtà fanno, corso istruttori aperto a chiunque anche a chi è pochi mesi che ha iniziato a praticare il kitesurf ecc….(uscirà tra poche settimane un articolo dedicato alla formazione e alle leggi dello stato italiano)
LA RESPONSABILITÀ NEL KITESURF L’ORIGINE DELL’INCOERENZA
Nessuno è immune da errori, intendiamoci, ma dobbiamo analizzare a fondo l’origine dell’incoerenza per capire bene la parola responsabilità nel kitesurf. Un momento di confusione, una generale incapacità comunicativa, mera ingenuità o debolezza, sono motivazioni temporanee risolvibili.
Quante volte, durante una discussione, si finisce per dire ciò che non si pensa o si decide di andar via sbattendo la porta? Un periodo stressante può renderci fragili, poco lucidi. La bontà delle intenzioni, però, è intuibile, specialmente se chi sbaglia cerca di chiedere scusa il prima possibile, mettendoci la faccia e non nascondendosi vigliaccamente dietro ad un freddo messaggio lava coscienza.
La responsabilità nel kitesurf non può nutrirsi dell’incoerenza derivante dalla volontà di confondere/ferire/ingannare l’interlocutore. Artofkitesurf ogni settimana riceve allievi confusi, feriti, ingannati da chi ha l’unico scopo di fare cassa senza rendersi conto che le persone meritano rispetto, attenzioni e coerenza perché il kitesurf non è quello sport che vogliono farti passare (sballo, canne, birra e rock and roll).
Intenti, parole e azioni sono spesso coordinati ad arte, con subdoli obiettivi. Vuoi un esempio? Finito il tuo corso se sei portato e impari velocemente loro si prendono i meriti (anche se non sei comunque indipendente) se invece hai delle difficolta non lavorano su percorsi didattici diversi ma ti dicono che devi fare un’altro corso oppure (molto pericoloso dirlo) che devi praticare, sapendo benissimo che non sei ancora ne pronto ne autosufficiente.
Se deciderai di fare un altro corso probabilmente avrai gli stessi identici risultati e un ulteriore esborso di denaro. Le scuole gli istruttori in fin dei conti non hanno delle colpe specifiche perché sono figli di ciò che è stato venduto a loro. Quindi loro ti vendono esattamente ciò che gli è stato venduto da chi ha lo stesso unico interesse “FARE CASSA”. La responsabilità non è nemmeno dire “ora devi fare pratica” perché se non sei pronto/a è molto pericoloso ed incosciente dirlo.
La responsabilità nel kitesurf l’istruzione.
Perché sei attratto dal voler diventare istruttore di kitesurf? Il motivo dovrebbe essere mosso dalla passione e dall’indubbia volontà d’insegnare dedicandoti agli altri con responsabilità, coerenza, etica morale, amore e attenzione nel rispettare te per primo un codice deontologico professionale che farà di te un esempio ed un vero professionista.
Tu che stai leggendo e che forse sei anche un istruttore il tuo motivo è stato questo?….Ti aiuto a dire un po’ di verità e provare a capire cos’è la responsabilità nel kitesurf. Chi ti offre un corso istruttore (conosciamo bene il marchio più in voga) ti attrae dandoti esattamente ciò che tu ti illudi di trovare. Professionalità, riconoscimento addirittura internazionale (da chi non si sa se non da loro stessi), un futuro e meraviglioso lavoro, una carriera all’interno del loro marchio, un severo controllo di qualità delle loro scuole e dei loro istruttori, regole precise da seguire per tenere alto la credibilità del tuo brevetto, controlli qualità, irreprensibili educati rispettosi esaminatori esempi di coerenza.
Tutto per avere infine i galloni da istruttore sulle spalline, anzi sulla maglietta per poter dire “io sono” nelle varie community del kitesurf e in spiaggia. Tutto questo te lo fanno pagare più volte, dall’iscrizione al corso, al mantenimento del brevetto, alla tua fantomatica carriera con la vendita delle tessere che tu sei obbligato a comprare perché necessarie a scalare i vari livelli di istruttore sempre più qualificato.
Per attrarti in questo mondo ti scrivono la più bella frase che tu possa sentire nella tua vita “FAI DELLA TUA PASSIONE UN LAVORO”. Tu pensi ad esempio che chi ha la passione di fare l’elettricista o qualsiasi altro lavoro non abbia studiato anni e sacrificato la propria vita per diventare un riconosciuto professionista? Tu pensi che quando ti rivolgi a lui, tu te la possa cavare con quattro soldi?
Fare della tua passione un lavoro vuol dire studiare tanto, ricercare, mettersi in gioco, dedicarci anima e corpo, sacrificare molto della tua vita personale, passare tre quarti della tua esistenza sul pezzo, possedere uno spiccato senso di umiltà, avere un etica, una morale ed una grande responsabilità in tutto quello che stai facendo senza mai mollare, perché ricordati bene che la passione è questa e solo questa.
Ora detto ciò (tutti sanno che è la verità ma nessuno per convenienza lo ammette), quello che vendono a te tu lo rivendi ai tuoi allievi. Cosa c’è di meglio di sentirsi dire da un istruttore o scuola che in poche ore imparerai questo semplice sport? Nel kitesurf succede esattamente così. Tu non fai altro che dire ciò che ti viene detto nel momento di acquistare un corso istruttori. “Pochi giorni, nessuna severa selezione e diventerai un istruttore internazionale riconosciuto. (Ripeto non si sa da chi se non da loro stessi).
Dopo il corso ti darò una tessera riconosciuta in tutto il mondo che certifica il tuo livello, cosi potrai andare nei nostri centri e affittare l’attrezzatura. UNA FIGATA VERO? Peccato che nel kitesurf questo non avviene perché se provi ad andare in un loro centro dove non ti conoscono e vuoi affittare l’attrezzatura la tua tessera vale come il due di coppe quando a briscola comanda cuori.
È ovvio che succeda questo. Prima di tutto non ti conoscono, secondo sanno benissimo del poco se non nullo valore e credibilità di quella tessera e di ciò che c’è scritto sopra. Quando nel kitesurf vuoi affittare un’attrezzatura sappi che ti viene consegnato non meno di 2500/3000 euro di valore, quindi capisci bene la loro reticenza a fidarsi di una tessera che conoscono molto bene visto che sono proprio loro stessi a non renderla credibile. Perché non viene scritto il vero tuo livello? Beh è ovvio loro sono stati formati con lo stesso metro con cui sei stato formato te.
Spendo non pochi soldi per diventare un istruttore e tu mi bocci? Faccio un corso di kite in cui per miracolo mi metto in piedi e tu mi scrivi che sono un principiante? Fai un corso istruttore con poco se non niente vento e prendi ugualmente il brevetto (si è vero dopo le “preziosissime e severissime” ore di recupero presso una scuola certificata senza chiaramente nessun controllo esterno che attesti il reale valore di ciò che hai fatto) è normale quindi illudere un allievo che ti paga per la sua sicurezza e tu ad esempio gli spieghi il self rescue in spiaggia perché non c’è vento. Tu fai esattamente ciò che hanno fatto a te per diventare istruttore. (Chi va con lo zoppo impara a zoppicare)
LA RESPONSABILITÀ IL VALORE DELLE PAROLE NEL KITESURF
Chi è capace di utilizzare le parole, perché ne distingue il contenuto manifesto e il significato latente, chi conosce le varie tecniche comunicative, ed è abile a modulare il tono di voce o controllare le espressioni del viso, sa di avere un grande potere e una grande responsabilità. Il problema è che, come accade spesso, il potere dà alla testa…e la presunzione mangia ogni cosa e nel kitesurf è pieno di questi presunti maestri di vita.
Così, invece di maneggiare con cura e responsabilità questo dono, con l’obiettivo di promuovere una comunicazione costruttiva, si preferisce sfruttare la propria esperienza per manipolare gli altri, creare relazioni basate sull’opportunismo o, semplicemente, per offendere senza motivo o calunniare. Questo tipo di persone nel kitesurf fioriscono ogni giorno.
La responsabilità dovrebbe renderci conto che ogni parola, ogni azione, ha sempre delle conseguenze. Ciò che diciamo con l’intenzione di ferire, ferisce. Punto. Recuperare con un “stavo scherzando”, oppure “non hai capito”, o ancora “mi sarò spiegato/a male” è un atteggiamento ipocrita dei migliori imbonitori che pur di vendere calpesterebbero chiunque e qualsiasi cosa.
In questo settore (nel kitesurf) ne ho conosciuti più di quanti nella mia intera vita. Così come è irresponsabile rilasciare brevetti senza alcun merito certificato e ben visionato solo per immagine. Rendere tutto facile in uno sport come il kitesurf dove la tecnica domina qualsiasi cosa tu faccia è terribilmente irresponsabile. Come chi si inventa tecniche scopiazzate appendendoti ad una barra senza aver idea di cosa voglia dire ideomotorietà applicata è da irresponsabili. Oppure infine chi si inventa tecnico nel valutare video e foto anche questo è da irresponsabili.
LA RESPONSABILITÀ L’IMPORTANZA DEI FATTI NEL KITESURF
Il miglior esempio è dare il buon esempio. Nel kitesurf serve assolutamente questo per impedire che questo sport perda sempre più credibilità nell’incapacità di formare. Un istruttore degno di tale nome deve prima di tutto ricercare ed avere interesse nel formarsi personalmente rispettando ciò che dice e insegna. Vuoi iniziare ad essere un serio istruttore credibile e coerente con ciò che dici?…Il tuo primo passo è quello di usare casco giubbino e leash agganciato nella parte anteriore al trapezio “SEMPRE” visto che ne fai una bandiera del tuo brevetto parlando di controllo e qualità.
Se tu imparassi a conoscere i meccanismi della comunicazione ti daresti l’opportunità di analizzare quanto di reale ci sia davvero dietro le cosiddette “belle parole”. In una pubblicità di un corso di kitesurf è naturale presentare un servizio nel miglior modo possibile, perché l’obiettivo è quello di spingerti all’acquisto. Nella vita di tutti i giorni, però, millantare meriti, ricchezze, esperienze, è sempre una pessima scelta perché quell’onda che non ti appartiene prima o poi arriva sempre a riva svelando ciò che sei veramente.
Lavorare con le parole ti aiuta ad apprezzare i fatti. Voglio ricordarti quanto sia importante verificare, cercare un riscontro a ciò che viene detto o scritto perché è un tuo sacrosanto diritto ricevere ciò che cerchi non ciò che loro vogliono farti credere di trovare.
Le parole insegnano, gli esempi trascinano. Solo i fatti danno credibilità alle parole.
-S. Agostino-
La responsabilità nel kitesurf è sbagliato ignorare
È impossibile sorvolare sull’evidenza: ci sono ambiti in cui la fiducia è il tallone d’Achille che offusca la visuale. Pensa a ciò che ti raccontano e ti promettono nel mondo del kitesurf senza darti mai dimostrazione di una tua crescita reale, consapevole e continua.
Guarda ad esempio la politica o alle relazioni personali. Il povero cittadino speranzoso avrà serie difficoltà a mettere in dubbio un discorso ben confezionato. Ci sono di mezzo i sentimenti: benevolenza, entusiasmo, simpatia, stima e speranza che cambi qualcosa dandoti dei risultati tangibili. Qui sta la nota dolente: è il mittente a dover dimostrare responsabilità, a mantenere la parola data tramite la propria serietà professionale.
Chi è ancora in grado di riuscirci? Chi è ancora capace di non tradire la fiducia accordata? Nella vita come nel kitesurf (se mi dai un nome Artofkitesurf lo assume immediatamente in regola con 13 mensilità e un vero futuro lavorativo) basterebbe un poco di… senso di responsabilità.
In un testo che ho letto con molta attenzione c’è un passaggio che mi ha molto colpito ma che dice esattamente ciò che penso e che cerco di cominciare con Artofkitesurf a tutte le persone che vogliono crescere distaccandosi da una società malata di protagonismo, invidie, furti e spaccio di ciò che non si è
Responsabilità è un termine il cui significato è racchiuso nella sua stessa etimologia: viene infatti dal latino “respondere”, cioè rispondere di qualcosa, rendere conto delle proprie azioni e farsi carico delle loro conseguenze. […] Ma non basta rendersi conto che le nostre azioni avranno conseguenze sulla nostra vita, bisogna anche sapere che incideranno inevitabilmente sulla vita degli altri. Nel kitesurf questo lo si dimentica troppo spesso.
Questo vale nella vita, nello sport e come detto anche nel kitesurf perché dare la tua fiducia a qualcuno a cui affidi la tua crescita formativa significa fidarsi di lui e ritenerlo degno di poterti guidare, insegnare rispettando le promesse fatte operando responsabilmente sulla tua persona dandoti ciò che serve e non ciò che tu vuoi.
Ritengo sia essenziale riscoprire la bellezza di essere persone ed istruttori responsabili, con un’etica ed una morale, soprattutto se si ha l’onore di svolgere un compito cosi bello come insegnare qualcosa a qualcuno segnando la sua vita tramite una consapevole crescita. Vuoi sapere cosa sarebbe responsabile, in particolare? Ecco:
- Evitare di fare le cose tanto per farle, solo per un proprio ego, ma agire sempre con la prudenza e l’impegno necessari
- Rispettare gli altri e prendersene cura, non solo con le parole ma sopratutto con i fatti
- Avere (sul serio) buone intenzioni e mantenere le promesse di ciò che si dice amando profondamente ciò che si fa
- Rendersi conto di dover fare un passo indietro per poi avere l’opportunità di farne 100 avanti perché l’umiltà non è una malattia da evitare a tutti i costi, ma un dono delle persone forti
- Essere riconoscenti
- Possedere un’etica ed una morale
- Non far credere ciò che non si è
- Essere curiosi (la curiosità è sinonimo d’intelligenza)
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